San Polo. Un borgo, un quartiere, una città nella città
La struttura Arici Sega sorge nella frazione Case di S. Polo (in latino S. Jeronimi), a 5 km a sud est di Brescia e che oggi conta circa 1900 abitanti.
Il nome “casa” significa anche capanna, luogo coperto, e infatti agli inizi in questa località esistevano solo abitazioni di contadini dipendenti per qualche secolo dal Monastero di S.Eufemia.
La denominazione Case sembra però essere stata data dal 1710, quando il nobile don Girolamo Trussi costruì una villa di campagna (oggi in parte scomparsa e in parte incorporata nella Casa di Riposo) attorno alla quale vennero costruite case per contadini, ed una costruzione, chiamata “castello”, unita alla villa attraverso un sottopassaggio sotterraneo.
Don Trussi vi costruì anche una cappella dedicata a S. Girolamo nella quale venne poi sepolto con altri membri della sua famiglia.
Il complesso di abitazioni che ospitava una decina di famiglie rimase così inalterato fin verso la fine del secolo scorso e nel tempo le Case videro il passaggio di Napoleone e la costruzione di apprestamenti militari da lui ordinati.
Nel 1849 alcuni abitanti di questa località parteciparono alle Dieci Giornate.
Verso il 1900 la proprietà Trussi, che già era passata ai Fè d’Ostiani e in altre mani, passò alla famiglia Arici di Botticino che a sua volta la lasciò al comune di Brescia. La chiesa venne riservata al servizio religioso della popolazione, per il quale fu destinato un curato.
Grazie alla proprietà Arici e alla proprietà Giovanni Sega di S. Eufemia, il Comune eresse una casa di riposo che incorporò anche la vecchia chiesa, ampliata nel 1925 con l’aggiunta di una cappella alla Madonna del Rosario.
Dopo la I Guerra Mondiale le Case furono oggetto di un’espansione edilizia che portò ad un aumento della popolazione che da poche decine di persone salì, nel 1930, a 250.
L’esistenza sul posto di una Casa di riposo comportò dal 1940 anche un’assistenza religiosa più intensa, realizzata grazie alla presenza di don Mario Marinoni. Ulteriore sviluppo edilizio, favorito anche dalla costruzione di fabbriche (B.F.C., Calzificio Sandroni, ecc. per un totale di 400 operai) e la costruzione del villaggio “La Famiglia” hanno convinto le autorità religiose ad erigere il 6 giugno 1967 la parrocchia, riconosciuta dal governo italiano il 9 gennaio 1968 e alla quale venne preposto come primo parroco lo stesso don Mario Marinoni.